Galleria del Deposito
I 50 anni del Deposito
Non una famosa località balneare come Portofino o Rapallo, né una raffinata oasi culturale come Paraggi o Albisola o Varigotti; ma soltanto una sassosa insenatura, alla periferia di Genova, circondata dalle modeste abitazioni dei pescatori di Boccadasse.
È lì che cinquant’anni orsono prese vita una delle più curiose e avveniristiche avventure, per iniziativa di due intellettuali come Eugenio Carmi e Carlo Fedeli, in breve seguiti da alcuni dei più interessanti e vitali artisti italiani dell’epoca come Lucio Fontana, Arnaldo Pomodoro, Achille Perilli, Emanuele Luzzati, Flavio Costantini, e da artisti dell’avanguardia straniera, tra cui Max Bill, Victor Vasarely, Jesus Rafael Soto, e il fotografo Kurt Blum.
Oggi, a distanza di mezzo secolo, non si può far a meno di constatare l’importanza di quella prima realizzazione che, non solo accoglieva opere, installazioni ecc. di artisti d’avanguardia ma proponeva operazioni allora ignote come la realizzazione di “multipli”, di serigrafie e litografie.
L’incontro di artisti del “concretismo” zurighese (come Max Bill) con i primi aderenti al MAC milanese e con alcuni astrattisti e “strutturalisti” italiani, ha fatto sì che a Genova si verificasse, in anticipo su altre città italiane, quella collaborazione tra arte e design, tra geometrismo e decorazione, tra artigianato e scultura, che nel nostro Paese non era ancor stato effettuato.
E non si dimentichi, a questo proposito, che uno degli artisti più impegnati nel dar vita alla associazione, Eugenio Carmi, proveniva da un lavoro a contatto con una grande industria locale come l’Italsider: anticipando così quella collaborazione che ebbe ben presto a verificarsi tra arte e design, tra il mondo della meccanica e quello dei colori e delle forme.
Gillo Dorfles