Circolo del Cinema
60 anni del Circolo del Cinema (2006)
Il Circolo del Cinema di Verona compie 60 anni.
E qui ci vorrebbe l’enfasi di un punto esclamativo, che risparmiamo ai nostri soci, liberi di aggiungerlo se lo vorranno.
L’anno scorso, iniziando la stagione di proiezioni, evitammo il consueto fervorino d’avvio, sostituendolo con una vignetta a tutta pagina. Nella quale si ricordava, con eloquente laconicità, la condizione di cronica transumanza che caratterizza (e purtroppo continuerà a caratterizzare), il nostro sodalizio. Come tutti sanno ormai fin troppo bene, siamo l’unica associazione cinematografica veronese non proprietaria di una sala.
Quel disegno era premonitore di altri guai. Ci è giunto recentemente l’avviso di sfratto dalla sede stessa del Circolo, in via S.Giacomo alla Pigna. A sessant’anni, siamo alla ricerca di una nuova casa. Più nomadi di così…
La malinconia della vignetta del cinquantanovesimo anno era temperata da un sottofondo ironico di speranza: pessimismo nel guardare il presente, ma ottimismo nell’affrontare, quale che sia, il futuro.
E’ racchiuso in questa semplice formula, forse, il segreto che ci ha finora consentito di “tener botta” alla non facile realtà e di giungere al sesto decennio di vita. “Io spero che me la cavo” diceva quello scolaro. Lo speriamo anche noi, affaticati, ma pronti a ripartire, con tenacia “spartana”.
Non possiamo, in questa importante circostanza, non ribadire l’impegno del nostro progetto-cinema, lontano dalle mode e dalle omologazioni indotte.
Seguendo una tradizione ormai sessantennale, continueremo a proporre alle aspettative del nostro pubblico selezionato, che ha interessi e gusti diversificati per cultura ed età, un intelligente intrattenimento. Insomma: del “buon cinema”.
Film di qualità, alternativi al facile consumo, talvolta provocatori o sperimentali, sempre emarginati dai circuiti ufficiali. Opere di registi affermati, ma anche di giovani e promettenti autori, in cui si riconosca l’impronta, la cifra inconfondibile di una personalità.
Con una costante attenzione alle nuove cinematografie, emergenti od oramai già emerse, grazie a realizzazioni filmiche sorprendenti per maturità espressiva, originalità e tecnica.
Abbiamo fatto conoscere – e continueremo a farlo – la miglior produzione taiwaniana, iraniana, slovena, palestinese, israeliana, dei paesi africani, di certi sconosciuti registi iberici, e di quanti altri sappiano darci del buon, libero cinema.
E tutto questo nel segno di una globalità che può preoccupare il mercato e i cultori di supposte integrità nazionali, ma che rassicura e conforta chi crede nelle universali diversità dell’intelligenza, del gusto, della cultura, dell’arte.
Persevereremo nell’offrire ai soci in questo notiziario, con ogni possibile obiettività, un’ampia documentazione sui film in programma. Introduzione che crediamo indispensabile per accostarsi sia alle opere presentate e ai loro autori, generalmente poco noti o addirittura sconosciuti, sia alle nuove problematiche del “fare cinema” in un mondo sempre più mediatico.
Abbiamo perduto l’anno scorso due dei nostri dieci soci fondatori, i cari amici Nunzio Parullo e Ugo Vitturi, e desideriamo qui ricordare l’appassionato contributo che essi seppero dare, fin dal lontano 1947, al Circolo del Cinema.
Essi condividevano con noi tutti il desiderio e il piacere di leggere, e di aiutare a leggere meglio, non solo “la vita finta del cinema, ma anche la vita vera di ogni giorno”.
Carlo Vita