Massimo Bacigalupo
Articolo pubblicato sul Secolo XIX (13/05/2019)
Vita Carlo Fedeli, artista gentile. Portò la fantasia in fabbrica, Secolo XIX, 13/04/2019, p. 14.
di Massimo Bacigalupo
Carlo Vita, il cui vero nome era Vita Carlo Fedeli, “Popi” per tutti, è stato un dei personaggi favolosi della Genova del dopoguerra e non solo di Genova.
Ci ha lasciato tranquillamente a 94 anni, questo “artistoide” (come si autodefiniva) figlio del primo sindaco di Verona del dopoguerra. Aveva avuto una funzione importante nelle relazioni culturali dell’ILVA di Gian Lupo Osti, e aveva chiamato a lavorare per l’industria amici artisti italiani e stranieri. Con Flavio Costantini ed Eugenio Carmi c’era un rapporto di grande amicizia, che portò alla fondazione della Galleria del Deposito di Boccadasse (Max Bill, Lucio Fontana…). Prima era stato corrispondente ANSA da Genova, aveva intervistato Fausto Coppi, Ezra Pound appena sbarcato dalla Cristoforo Colombo, era stato lui a dire a Domenico Modugno che “Volare” aveva vinto a Sanremo.
Anche Hemingway aveva intervistato a Ponte dei Mille su un piroscafo, raccogliendo sue confidenze al whisky (alle 10 di mattina) sulla Guerra di Spagna. Molte di queste coser le scrisse per giornali ma anche in libretti di versi e racconti, come “Illusioni ottime” (Campanotto), dove è traccia di un incontro con Montale e la sua Esterina: poesie accompagnate da prose che sono sempre arguti raccontini. Poesie non-poesie. Aveva uno spirito (e un accento) veneto e una straordinaria freschezza. Da un verso di Montale, “Felicità raggiunta, si cammina per te su fil di lama” trasse “33 variazioni” e altrettanti disegni arguti: si cammina per te sul fil di lama, sul Filarete, sul fascistone, sul fallo eretto… Fece dono della plaquette allo stesso Montale, che ne restò non poco sconcertato. L’operetta è stata riproposta recentemente dal Canneto Editore. La felicità raggiunta è cosa breve, ma per Popi sembra sia durata 94 anni. Aveva perso la bella moglie in giovane età, ma era circondato da figli, nuore, nipoti e persino un bisnipotino, dopo la cui nascita, diceva, poteva andarsene. E infatti…
Il Canneto ha pubblicato anche un suo maniacale libro di disegni, “Contare i sassi”. Quanto ingegno in questo lavoro ininterrotto.
Se si cerca Carlo Vita, “Da dove?” in rete si sente lui che legge un suo racconto che dice di un incontro addirittura con… Dio. In un’anonima sala d’aspetto, senza cori angelici. Sarà così che se la passa ora? Voleva che le sue ceneri fossero disperse in Adige anche se poco amava ormai l’aria politica della città natale, di cui è uno dei figli più significativi e accattivanti degli ultimi cent’anni. Dunque diamogli simbolicamente la cittadinanza onoraria postuma di Genova.